La patologia cardiovascolare costituisce un’emergenza seria ed importante: le malattie che colpiscono il cuore e la circolazione sanguigna sono la principale causa di morte in Italia e nel mondo.
Nel nostro Paese più di 9 milioni di persone sono ad alto rischio di malattie cardiovascolari, ma circa la metà non è consapevole di esserlo.
Questo fenomeno intensifica il rischio, perché lo rende invisibile e dunque non permette il dispiegamento di tutti gli strumenti necessari al contenimento del pericolo e alla messa in atto di strategie terapeutiche appropriate.
Le malattie cardiovascolari sono multifattoriali, ossia associate a più fattori di rischio, che possono essere distinti in modificabili e non modificabili.
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FATTORI DI RISCHIO MODIFICABILI

Questi fattori possono essere depotenziati attraverso variazioni nello stile di vita o con l’assunzione di farmaci.
le malattie che colpiscono il cuore e la circolazione sanguigna sono la principale causa di morte in Italia e nel mondo

I fattori di rischio modificabili sono:

  • PRESSIONE ARTERIOSAl’ipertensione costringe il cuore ad un lavoro eccessivo, aumentando in tal modo il rischio di scompenso cardiaco congestizio. Inoltre, danneggia la parete delle arterie, esponendole al pericolo di aterosclerosi (irrigidimento della parete con deposizione di placche ateromatose) e di formazione di aneurismi.
  • FUMO DI SIGARETTAil fumo di sigaretta è il fattore più impattante, dopo l’età, sulla patologia cardiovascolare. Causa accelerazione del battito cardiaco (tachicardia) e favorisce la deposizione delle placche ateromatose che possono occludere le arterie e determinare un aumentato rischio di ipertensione, ischemia (riduzione dell’irrorazione sanguigna e quindi insufficiente ossigenazione dei tessuti) e di formazione di aneurismi (sfiancamenti della parete arteriosa la cui rottura accidentale provoca emorragie interne potenzialmente letali).
  • DIABETE: se scompensato (ossia se la glicemia non viene adeguatamente controllata), il diabete può favorire l’aterosclerosi. Quando la sua concentrazione nel sangue è in eccesso, il glucosio causa danni multisistemici, fra cui patologie renali (nefropatia diabetica), oculari (retinopatia diabetica), cerebrali (demenza vascolare o multinfartuale) e cardiovascolari, sia a carico della micro-circolazione (microangiopatia) che della macro-circolazione.
  • COLESTEROLEMIA: quando la concentrazione di colesterolo supera i livelli considerati nella norma, questo lipide può depositarsi lungo la parete arteriosa e formare le placche ateromatose, che ostacolano il passaggio del sangue e possono, direttamente o attraverso fenomeni trombo-embolici, determinare fenomeni di ischemia.
  • PESO: sia l’incremento ponderale che l’adiposità viscerale (la cosiddetta “pancetta”) sono fattori di rischio per le malattie cardiovascolari e per il diabete di tipo 2 (quello non insulino-dipendente, che insorge in età adulta). I risultati degli studi scientifici evidenziano come la presenza di grasso addominale rappresenti un rischio, anche se il peso della persona è compreso nei limiti della norma per età e statura: in sostanza, la “pancetta” è pericolosa anche nei magri.

 

FATTORI DI RISCHIO NON MODIFICABILI

  • ETÀ: è il principale fattore non modificabile. Il rischio cardiovascolare aumenta con l’età perché, con il trascorrere del tempo, i sistemi di regolazione metabolica si indeboliscono e progressivamente perdono la capacità di mantenere l’omeostasi. Inoltre, l’equilibrio che regola i processi di coagulazione del sangue va incontro ad alterazione: gli stimoli alla formazione di coaguli prevalgono sugli stimoli trombolitici, favorendo lo sviluppo di trombi, che occludono i vasi sanguigni e causano ischemia nei tessuti.
  • GENERE: la prevalenza della malattia cardiovascolare è inferiore nella donna in età fertile rispetto all’uomo, grazie all’attività protettiva svolta dagli estrogeni. Ma, dopo la menopausa, il rischio fra i due sessi si eguaglia e, dopo i 75 anni, la situazione si inverte. In tutte le fasce di età, tuttavia, la mortalità femminile per accidenti cardio-cerebro-vascolari è maggiore nelle donne. Questo fenomeno potrebbe essere spiegato dal fatto che, nelle donne, l’infarto è preceduto da una sintomatologia meno classica rispetto a quella che si manifesta negli uomini. Un aspetto che renderebbe più difficile il riconoscimento della gravità della circostanza e che ritarderebbe l’intervento diagnostico e terapeutico. Un secondo fattore è rappresentato dal numero di complicanze post-evento, che nelle donne è superiore.
  • FAMILIARITÀ: avere in famiglia parenti che abbiano avuto episodi cardiovascolari aumenta il rischio di averne a propria volta. Il perfezionamento delle metodiche di analisi del DNA ha permesso di effettuare studi di genomica utili ad identificare specifici geni coinvolti nella genesi delle cardiopatie e a determinare, grazie al supporto dell’epigenetica, in quali pazienti si possano raggiungere risultati positivi con la somministrazione di determinati farmaci. Questo è il substrato su cui germoglia la medicina personalizzata. L’ipercolesterolemia familiare è una delle più diffuse malattie ereditarie del metabolismo: provoca un aumento della concentrazione del colesterolo LDL (quello che siamo abituati a identificare come colesterolo cattivo), fenomeno responsabile dell’aumento del rischio di malattia coronarica in età precoce.

LA PREVENZIONE DELLE PATOLOGIE CARDIOVASCOLARI

Le malattie cardiovascolari possono essere prevenute in primo luogo conoscendo i fattori di rischio.
È possibile pertanto adottare comportamenti e abitudini virtuose mirate al contenimento del rischio: Rinuncia al fumo da sigaretta!: i fumatori sono soggetti ad un rischio doppio di ictus e cinque volte superiore rispetto alla popolazione normale di avere problemi cardiaci.
le malattie che colpiscono il cuore e la circolazione sanguigna sono la principale causa di morte in Italia e nel mondo

Adotta sane abitudini alimentari: seguire semplici regole alimentari aiuta a risurre il rischio cardiovascolare. Privilegia il pesce in luogo della carne (riducendo il consumo di salumi, che oltretutto contengono quantità elevate di sale), consuma 5 porzioni di verdura al dì,  limita l’apporto di sale da cucina e di cibi di origine animale (come uova e formaggi. In particolare, i vegetali ricchi di potassio, come le banane, sembrano proteggere efficacemente la salute di cuore e arterie. Scelte alimentari corrette favoriscono inoltre il mantenimento del peso forma. Numerosi e autorevoli studi dimostrano che l’incidenza dell’ipertensione è doppia nelle persone sovrappeso rispetto alla popolazione normopeso. Anche il consumo di alcol è associato all’aumento della pressione arteriosa, indipendentemente dall’età e da altri fattori di rischio più o meno presenti. I limiti previsti, in un’ottica di protezione del cuore e delle arterie, sono pari a 20-30 g al giorno per gli uomini e 10-20 per le donne. Queste ultime dispongono di sistemi di neutralizzazione dell’alcol etilico a livello epatico geneticamente meno efficienti dei maschi. È importante anche ricordare che l’assunzione di bevande alcoliche fuori pasto, anche se in quantità minime, produce effetti di incremento della pressione arteriosa.

Fai attività fisica: mantenere il corpo in esercizio assicura l’equilibrio della circolazione sanguigna e tiene in esercizio il cuore. A questo scopo è sufficiente camminare 30 minuti al giorno a passo spedito (per 5 giorni alla settimana) e sfruttare tutte le occasioni che si presentano per fare movimento: abbandonare la macchina scegliendo di camminare (quando la lunghezza del percorso lo permette), preferire le scale all’ascensore e alle scale mobili. Il movimento irrobustisce la parete delle arterie, riduce i livelli di colesterolo LDL, la pressione arteriosa e lo stress ossidativo (l’insieme di reazioni che conduce all’accumulo nelle cellule di sostanze nocive che non possono essere eliminate dai meccanismi di detossificazione naturali).